Il Nero di Troia
La storia di questo vitigno principe, forse legata alla leggendaria figura di Diomede e all’antica famiglia dei D’Avalos
L’antico vitigno del Nero di Troia
Tra la leggenda che vuole Diomede sbarcato sulle rive del Gargano portando dei tralci di vite, che ha trovato qui il suo habitat naturale, a Federico II di Svevia che amava degustare il “corposo vino di Troia”, fino ad arrivare ai marchesi D’Avalos che acquistata la città nel 1533, e notata l’assoluta qualità ed attitudine dei terreni circostanti incrementarono notevolmente le coltivazioni di quest’uva.
L’epoca ottimale per la raccolta di questo vitigno è l’inizio del mese di Ottobre – in linea indicativa, in funzione del clima delle diverse annate; la sua buccia nera e spessa ha infatti bisogno di ricevere molto calore per portare a termine la propria maturazione.
E’ un vitigno antico, legato alla tradizione di Diomede, forse alla base della sua diffusione e della sua fortuna.
Secondo un’altra leggenda invece, il suo approdo in Puglia sarebbe legato all’avvento degli Spagnoli, e all’arrivo – in particolare nella zona di Troia – del Governatore Don Alfonso D’Avalos, che ne avrebbe piantato alcuni esemplari dopo aver riscontrato condizioni di suolo e clima simili a quelle delle aree di provenienza del medesimo materiale genetico. Questa ipotesi, che vedrebbe l’Uva di Troia derivare dallo spagnolo Tempranillo, non è stata mai comprovata adeguatamente, ma ha ampiamente contribuito alla suggestione e al fascino che hanno sempre connotato il vitigno.
Risale al 1877 (G. Di Rovasenda, “Varietà coltivate in Puglia. Saggio di ampelografia universale”, 1877) la prima descrizione organica dell’Uva di Troia, denominata Nero di Troia nell’agro di Trani e Uva di Troja o di Canosa nel Barese. Già nel 1854 risultano poi in Capitanata impianti sperimentali di Uva di Troia, descritta come: “varietà robusta, resistente alla siccità ed abbastanza produttiva” a “ceppo basso, isolato e in riga, sistema che i romani dicevano humilis sine adminiculo” – forma di allevamento oggi nota nella zona con il nome di “vigna a sistema latino”.
Da quel momento in avanti, la presenza e l’importanza del Nero di Troia nell’area Nord Barese è ampiamente accertata e documentata.
CARATTERISTICHE
Foglia, grappolo, Epoca di germogliamento e di fioritura; le principali caratteristiche ampelografiche del Nero di Troia
IL NOSTRO TERROIR
Una terra immersa tra primavere gentili, estati calde e autunni sereni, ambiente ideale per il Nero di Troia.